La Correzione degli Errori Motori: dalla Teoria alla Pratica

La correzione degli errori: un approccio StrategicoNel campo delle scienze motorie applicate alla difesa personale, è fondamentale adottare un approccio strategico alla correzione degli errori. Ogni allievo è unico e attraversa fasi di apprendimento distinte, caratterizzate da errori normali e fisiologici che fanno parte del processo naturale di acquisizione delle abilità motorie. Con le dovute differenze individuali, il percorso di apprendimento è comunque simile per tutti: un affinamento continuo, non un semplice passaggio tra "giusto" e "sbagliato". Concentrarsi sulle correzioni appropriate al momento giusto può fare la differenza tra un apprendimento efficace e un'esperienza frustrante.

Un visione strategica degli Errori Fisiologici: Perché non contano (All'inizio)

Durante le prime fasi di apprendimento di una nuova abilità, come una tecnica di difesa personale, i principianti mostrano spesso movimenti imprecisi, posture sbilanciate o tempi di reazione lenti. Questi errori, detti "fisiologici", derivano dalla necessità del corpo di adattarsi a nuovi schemi motori. Non è necessario correggerli subito: con la pratica, molti di questi errori tendono a svanire naturalmente, mentre il sistema motorio dell'allievo si stabilizza e la memoria muscolare si rafforza.

Spesso, tuttavia, gli errori sono causati dalla didattica utilizzata più che da una reale mancanza di comprensione o controllo del compito. Immaginate di voler insegnare una tecnica dinamica, come una combinazione di colpi e difese del pugilato. Ad esempio, una sequenza composta da un diretto sinistro, una schivata in flessione-torsione a sinistra con semi-spostamento e un gancio sinistro con perno sulla gamba sinistra. Se interrompiamo continuamente l'allievo per correggere inevitabili errori – dalla postura alla posizione della mano – come potrà sviluppare la sensazione dinamica associata all'esercizio? Questa continua interruzione e il focus sui dettagli causeranno nel praticante un deterioramento della prestazione, già di per sé traballante, dovuto al fatto di non consentire un numero minimo di ripetizioni tali da rendere fluido il movimento, anche se non tecnicamente ineccepibile.

Il Controllo Motorio e il Ruolo del Feedback

I sistemi di controllo motorio rappresentano un complesso insieme di processi neurologici e biomeccanici che consentono al corpo di pianificare, eseguire e regolare i movimenti. Diverse aree del cervello, come la corteccia motoria, il cervelletto e i gangli della base, lavorano insieme per inviare segnali ai muscoli e coordinare il movimento. Il controllo motorio si basa su due componenti principali:

  • volontario: responsabile di movimenti intenzionali e precisi
  • involontario: include azioni automatiche o automatizzate e i riflessi

Un aspetto cruciale del controllo motorio è la capacità di adattarsi a variabili ambientali e alle esigenze specifiche del compito. Questa flessibilità è resa possibile dalla neuroplasticità, che permette al sistema nervoso di modificare le connessioni sinaptiche e apprendere nuovi schemi motori attraverso la pratica. Inoltre, il feedback sensoriale (proveniente da vista, udito e propriocettori) gioca un ruolo fondamentale, aiutando a correggere gli errori in tempo reale e a rendere i movimenti più fluidi ed efficienti.

Un approccio didattico troppo focalizzato sulla correttezza immediata e sui dettagli tecnici, rischia di prolungare l'uso del controllo volontario, impedendo all'allievo di apprezzare la fluidità e la dinamicità (non da confondere con la velocità) dell'esercizio richiesto.

Piaget e l’Apprendimento Motorio

Come insegna l'epistemologia genetica di Jean Piaget, l'apprendimento procede per adattamento: l'allievo assimila nuove esperienze motorie e modifica i propri schemi per integrarle (accomodamento). Questo significa che gli esercizi devono essere proposti in modo progressivo, rispettando le fasi di sviluppo motorio e senza caricare l'allievo di aspettative irrealistiche. Lo stesso approccio andrebbe applicato alla sequenza di esercizi con cui si cerca di insegnare determinate abilità: prima di pretendere esecuzioni tecnicamente corrette, è necessario che il grado di controllo e comprensione degli schemi motori sottostanti sia, seppure grossolanamente, padroneggiato.

Neuroplasticità: come il Cervello si adatta all'Ambiente

La teoria della crescita delle dendriti neuronali aggiunge un elemento chiave al processo di apprendimento motorio. La neuroplasticità – ovvero la capacità del cervello di riorganizzarsi attraverso nuove connessioni – è fondamentale durante l'acquisizione di abilità. Ripetendo un movimento, il praticante rafforza le connessioni sinaptiche e stimola sia corpo che mente.

Un ambiente ricco di stimoli, con esercizi progressivi e variati, favorisce il consolidamento dei nuovi schemi motori. Inoltre, la neuroplasticità ci insegna che gli errori fisiologici sono fasi necessarie del processo di apprendimento, non ostacoli. Questi errori aiutano a raggiungere una corretta esecuzione degli elementi essenziali dell'esercizio, indispensabile in un contesto dinamico come la difesa personale.

Correggere solo quando è utile e focalizzarsi sull'essenziale

Un errore comune tra gli istruttori è quello di concentrarsi su dettagli tecnici complessi quando l'allievo non ha ancora interiorizzato i concetti di base. Insistere, ad esempio, sulla posizione precisa della gamba posteriore di un praticante che non ha ancora appreso come mantenere una postura di guardia stabile o spostarsi dinamicamente nello spazio è controproducente. Questo approccio rallenta l'apprendimento, spostando inutilmente l'attenzione dell'allievo su dettagli che diventeranno naturali con il tempo e la pratica.

La "gerarchia di correzione degli errori" è uno strumento essenziale per guidare l'apprendimento in modo efficace. Invece di intervenire su ogni minimo dettaglio, l'istruttore dovrebbe identificare l'errore principale che compromette l'esecuzione del movimento e concentrarsi su quello. Ad esempio, se un allievo fatica a mantenere l'equilibrio dinamico durante uno spostamento in guardia, è più utile lavorare prima sulla stabilità generale della postura piuttosto che sull'angolazione precisa del piede. Le correzioni devono armonizzarsi con il livello attuale di competenze motorie del praticante, piuttosto che rifarsi a un'idea astratta di "esecuzione perfetta".

Conclusioni: Applicare la Teoria alla Pratica

L'arte dell'insegnamento motorio nella difesa personale richiede un approccio strategico e pragmatico. Gli errori fisiologici, spesso considerati ostacoli, sono in realtà elementi naturali di un processo di apprendimento che permette agli allievi di adattarsi e migliorare gradualmente. Piuttosto che correggere ogni minimo dettaglio, è essenziale identificare l'errore fondamentale che compromette l'esecuzione globale del movimento e affrontarlo con sistematicità.

Ad esempio, immaginate di avere due allievi principianti che eseguono una combinazione di pugni e schivate. Durante le loro prime ripetizioni, potrebbero mostrare posture imperfette o movimenti scoordinati. La priorità dell'istruttore dovrebbe essere quella di guidarli verso la comprensione di concetti essenziali come la stabilità della guardia e il movimento dinamico nello spazio, piuttosto che correggere dettagli minori come l'angolazione del piede posteriore, la posizione della mano che colpisce o il grado di abbassamento del baricentro durante le schivate. È attraverso il consolidamento delle basi che si crea lo spazio per affinare i dettagli su indicati in una fase successiva.

Un altro aspetto pratico da considerare è il ruolo della neuroplasticità. La ripetizione di movimenti coerenti e progressivi consente al sistema nervoso di rafforzare le connessioni sinaptiche, facilitando una graduale automatizzazione delle abilità motorie. Come istruttori, è importante proporre esercizi che inizialmente stimolino un insieme coeso di “variazioni sul tema” e inseguito si focalizzino sull’essenziale dell’azione, favorendo un apprendimento profondo e duraturo.

In sintesi, creare un ambiente di apprendimento positivo significa rispettare i tempi e i livelli di competenza degli allievi, offrendo correzioni mirate e incoraggianti. Non si tratta di inseguire una perfezione immediata, ma di costruire progressivamente competenze solide e adattabili. Questo approccio non solo migliora le capacità tecniche, ma prepara gli allievi ad affrontare situazioni reali con fiducia, flessibilità e consapevolezza.

Ms Chatty Gipit

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