In seguito alla pubblicazione del post 'Bambini e difesa personale: Giochiamo a difenderci,' nel gruppo istruttori si è aperto un dibattito su perplessità e preoccupazioni riguardanti l'insegnamento della difesa personale ai bambini. Il timore principale è che i bambini possano utilizzare le tecniche apprese fuori contesto. Queste preoccupazioni sono del tutto comprensibili e meritano attenzione. Tuttavia, è fondamentale chiarire che l'approccio alla difesa personale per i bambini può differire profondamente da quanto spesso si immagina.
È possibile lavorare con i bambini in modo sicuro e ludico, concentrandosi sui “presupposti della prestazione” propri degli sport Open Skill, eliminando così le problematiche temute.
L'Approccio Prestazionale vs. Ludico
Quando si parla di difesa personale per bambini, è fondamentale distinguere tra un approccio "prestazionale" e uno "ludico". L'approccio prestazionale si concentra sull'insegnamento di tecniche specifiche, spesso ripetitive e mirate a ottenere risultati immediati. Questa forma di “tecnicismo precoce” non è adatta ai biabini sia per le loro specificità di crescita psico-fisica, sia perché pone l’accento sull’azione di difesa in se’, e se queste vengono utilizzate fuori contesto, possono risultare pericolose, inoltre non tengono conto dell'estrema vulnerabilità dei bambini e delle bambine in età 7-12 anni.
Al contrario, un approccio ludico si focalizza sui "presupposti della prestazione" degli sport a Open Skill. Questi presupposti includono lo sviluppo di capacità cognitive, decisionali e motorie, che sono fondamentali per affrontare situazioni imprevedibili e variabili. In un contesto ludico, i bambini imparano a gestire lo stress, a prendere decisioni rapide, a cimentarsi con le attività di opposizione, e a sviluppare la coordinazione motoria in un contesto ludico.
I Presupposti della Prestazione negli Sport Open Skill
Gli sport Open Skill, come il calcio, il basket, il judo, la scherma, richiedono agli atleti di adattarsi rapidamente a situazioni sempre diverse. Questo adattamento non è solo una competenza fisica, ma anche cognitiva e psicologica. Ecco alcuni aspetti centrali che possono essere applicati alla difesa personale per bambini:
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Sviluppo della Variabilità Motoria: Negli sport Open Skill, non è sufficiente eseguire un movimento perfetto in condizioni ideali; gli atleti devono sviluppare la capacità di adattare i gesti tecnici a contesti variabili. Allo stesso modo, i bambini possono imparare a difendersi attraverso giochi che richiedono movimenti diversi e adattabili.
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Allenamento Cognitivo: Il cervello svolge un ruolo fondamentale negli sport Open Skill. Tecniche di allenamento come il decision training aiutano gli atleti a migliorare la capacità di analisi e reazione a stimoli complessi. Per i bambini, questo può tradursi in giochi che simulano situazioni di pericolo, aiutandoli a sviluppare la capacità di prendere decisioni rapide ed efficaci.
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Gestione dello Stress: L'adattamento mentale è cruciale per rispondere positivamente alla pressione. I bambini possono imparare a gestire lo stress attraverso attività che simulano situazioni di pericolo, insegnando loro a mantenere la calma e la concentrazione.
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Stimolazione Multi-Sensoriale: Gli sport Open Skill richiedono l'abilità di integrare stimoli visivi, tattili e uditivi. Allenamenti che simulano condizioni di gioco realistiche possono migliorare la sensibilità e la capacità di risposta agli input sensoriali. Per i bambini, questo può significare giochi che coinvolgono tutti i sensi, aiutandoli a sviluppare una maggiore consapevolezza del loro corpo e dell'ambiente circostante.
L'Importanza del Contesto Ludico
L'approccio ludico è fondamentale per coinvolgere i bambini e renderli partecipi attivi del loro apprendimento. Attraverso il gioco, i bambini imparano a riconoscere situazioni potenzialmente pericolose e a sviluppare una prima consapevolezza della difesa personale, sempre in un contesto di divertimento e apprendimento. Trasformare le lezioni di difesa personale in attività ludiche e divertenti è il modo migliore per coinvolgerli e far sì che apprendano in modo naturale e spontaneo a difendersi.
Ma quindi i bambini giocano e basta?
Assolutamente no! Il gioco è il veicolo attraverso cui i bambini imparano in modo naturale e spontaneo. Come diceva Jean Piaget, "Il gioco è il lavoro del bambino." Attraverso il gioco, i bambini sviluppano competenze fondamentali che li aiutano a navigare nel mondo reale. Facciamo qualche esempio chiarificatore:
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Contesti Ludici: Gli "ostacoli" che potremmo incontrae nel caso di fuga, diventano tappeti su cui strisciare, birilli da dribblare, “pesanti” sacchi da spostare, con un tocco leggero, sempre in forma di gioco.
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Decisioni in Tempo Reale: Mini-giochi di scelta rapida come ad esempio, “se suona il campanello sei in pericolo: scegli la via di fuga più vicina”, allenano la mente a attivare una reazione senza usare violenza.
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Stress Positivo: Piccole “missioni” a tempo, con feedback di incoraggiamento, insegnano a gestire l’ansia da prestazione termporizzata in modo costruttivo.
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Coinvolgimento dell’Aiuto Adulto: I bambini imparano a chiedere aiuto a un insegnante o genitore non come “fallimento”, ma come prassi normale: “Se mi sento in difficoltà, cerco un adulto di riferimento”.
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Tecniche Soft: Solo gesti che richiedono energia minima e non rischiano infortuni: lotta con regole, fuga, liberazione da prese, verbalizzazione, piccoli colpi o spintoni controllati, tutte attività che rappresentano allo stesso tempo i presupposti della prestazione in difesa personale, e i rudimenti di attività di difesa personale tutte adattate a bambini e bambine di 7-12 anni.
Conclusione
L'autodifesa per bambini dai 7 ai 12 anni deve essere concepita come un percorso educativo completo e ben strutturato, che tenga conto delle specifiche esigenze psicofisiche e cognitive dei bambini. Utilizzare il gioco come strumento principale è fondamentale, poiché il gioco non solo cattura l'interesse e la motivazione dei bambini, ma permette loro di apprendere in modo naturale e spontaneo.
Integrare tecniche di autodifesa appropriate è altrettanto importante, ma queste tecniche devono essere selezionate con cura per adattarsi alle capacità fisiche e mentali dei bambini. Le tecniche dovrebbero richiedere un minimo dispendio di energia e essere accettabili dal punto di vista della crudezza, in modo da non spaventare i bambini o renderli eccessivamente aggressivi.
Il contesto in cui queste tecniche vengono insegnate è altrettanto cruciale. La prevenzione, senza generare ansia, è il primo passo; i bambini devono imparare a riconoscere situazioni potenzialmente pericolose e a evitarle, senza però vivere in uno stato di costante allarme. La sottrazione e la fuga sono strategie fondamentali: i bambini devono essere incoraggiati a cercare di allontanarsi da situazioni di pericolo il più rapidamente possibile. Infine, la capacità di coinvolgere gli adulti è essenziale: i bambini devono imparare a coinvolgere gli adulti in caso di necessità, attraverso una comunicazione pronta ed efficace.
Ms Chatty Gipit